Gli psicofarmaci: come funzionano e loro utilizzo




Gli psicofarmaci: come funzionano e loro utilizzo

Introduzione:

L’uso degli psicofarmaci è elevatissimo nella nostra società.   

La conoscenza non completa della neuroanatomia e della neurofisiologia a fronte della conoscenza sbandierata, gli studi di neuroscienze e la scoperta della delicata quanto resistente capacità della neuro-plasticità e della sua amica chiamata resilienza, l’intolleranza anche alla normale sofferenza legata al vivere, la diagnosi di malattia mentale che sempre più ramifica ed invade la normale salute mentale di noi individui, gli scontri sulla genetica (leggi: ineluttabilità, immodificabilità) e sulla capacità di apprendimento (leggi: capacità di imparare, modificabilità) tra “esperti”, “ambito culturale di appartenenza” e “pazienti”, gli interessi economici delle case farmaceutiche, la tranquilla facilità ed amabilità del prendere una pillola con la sua deresponsabilizzazione, la difficoltà e la responsabilità nell'impegnarsi in un processo di cambiamento, lo status quo ossia la strutturazione sanitaria intorno alla malattia mentale che avalla la preponderante presenza del farmaco e la difficile presenza della categoria degli psicologi/psicoterapeuti nell'ambito pubblico lasciando alla dimensione privata dei pazienti la scelta di avvalersi della capacità di capire e di apprendere dalle difficoltà esperite, gettano notevole POLVERE, CONFUSIONE sull'argomento PSICOFARMACI ed, in generale, sulla EZIOLOGIA DELLA SOFFERENZA UMANA.   

Il corso, lungi dal voler approfondire e completare tutti i molteplici aspetti dell’argomento che pure meriterebbero attenzione, dopo una doverosa introduzione iniziale sui concetti base del funzionamento del sistema nervoso, si concentra su aspetti tecnici concernenti il funzionamento delle molecole nel corpo umano, gli effetti che la loro somministrazione ha sul comportamento e sulla psicologia dei fruitori, gli effetti indesiderati, a volte importanti al punto tale da interrompere la cura o, specie a distanza di anni, tali da inficiare la qualità stessa della vita, alcune interazioni tra farmaci.    

Gli psicofarmaci, come ogni strumento a disposizione dell’uomo, possono essere adoperati in modo virtuoso e/o in modo controproducente. La nostra visione propende più per il modo controproducente attuale, considerata anche la scissione della visione sulla malattia e sugli stati di sofferenza mentale in un ambito culturale che, avendo le proprie radici in un lontano passato, ha portato la salute mentale a dividersi tra la facoltà di psicologia e la facoltà di medicina, a discapito di una visione unitaria dell’uomo e dell’umano sentire. Il dialogo tra le parti diventa, a causa di ciò, notevolmente complesso, difficile, se non in alcuni casi francamente impossibile, nella realtà clinica. Tutto questo a scapito dei pazienti.   

A chi è indirizzato il corso?    A studenti di psicologia, psicologi/psicoterapeuti, studenti di medicina, medici, pazienti e familiari, infermieri, fisioterapisti, educatori, insegnanti ed altre figure professionali che gestiscono pazienti che usano psicofarmaci e desiderano approfondire l’argomento. 

L’impatto sul cervello e sulla psicologia di un individuo

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What you will learn
  • PSICOLOGI ED AFFILIATI: anche se non conoscono e non prescrivono gli psicofarmaci, devono sapere quale impatto questi hanno sul comportamento e sulla psicologia dei loro pazienti per poter progettare un intervento psicologico “realistico”. Devono inoltre conoscere le caratteristiche della dipendenza e della tolleranza per poter comprendere alcuni effetti legati alluso ed alla interruzione brusca degli psicofarmaci che possono avere un impatto importante sul processo psicoterapeutico.
  • MEDICI ED AFFILIATI: anche se prescrivono gli psicofarmaci, non sempre ricordano il loro funzionamento, non studiano il sistema nervoso se non per le aree riguardanti movimento e sensibilità (l’autrice è stata notevolmente delusa, al riguardo, nei suoi studi alla facoltà di medicina. L’eleganza, la strutturazione complessa, la psicofisiologia del comportamento umano, gli studi di neuroscienze sono relegati alla facoltà di psicologia e mai, nel suo pur lungo (a suo dispetto) cammino, sono stati da lei incontrati e trattati con la dovuta dignità nella facoltà di medicina… non fosse altro che per inserire le malattie biologiche in un contesto “umano”), e di conseguenza non sempre considerano il reale impatto che questi farmaci hanno sul comportamento e sulla psicologia umana, ergo sul percorso psicoterapico che alcuni loro pazienti intraprendono su propria iniziativa e senza nessun coordinamento con la controparte medica.
  • PAZIENTI E FAMILIARI: molti scelgono gli psicofarmaci in modo deciso ed incontrovertibile (e qui l’autrice è volta al pieno rispetto della scelta personale se il paziente ed i familiari credono nell’uso dello psicofarmaco come unica alternativa), ma vi è un gruppo di pazienti, a cui l’autrice desidera rivolgersi, che si ritrovano nel vortice loro malgrado ed a cui nessuno aveva inizialmente prospettato il ventaglio di possibilità, con i suoi pro e contro, di cui può usufruire l’umana sofferenza. Trovandosi quindi nella necessità e nella confusione, seguono chi si è trovato sulla propria strada in quel momento, sia esso un altro familiare, il medico di base, la trasmissione televisiva. Altre figure professionali: per comprendere l’impatto che l’uso degli psicofarmaci può avere sul comportamento, sulla psicologia, e quindi sulla gestione, degli allievi o pazienti, durante il lavoro. E per alcuni dei motivi già spiegati per le altre categorie professionali.

Rating: 4.6875

Level: All Levels

Duration: 5 hours

Instructor: Maria Cristina Foglia Manzillo


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